Riconoscere ed eliminare 4 atteggiamenti disfunzionali

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donna

Auto-sabotaggi. È così che, oggi, vengono definiti quegli atteggiamenti mentali non funzionali al nostro benessere.

Atteggiamenti mentali che il cervello, in momenti critici, tende a creare e che se protratti nel tempo possono condizionare il nostro modo di pensare e agire.

Non solo. Ci portano a modificare le nostre azioni quotidiane fino a modificare e, di conseguenza, a determinare la qualità della nostra stessa esistenza.

In questo articolo prenderò in esame 4 tra gli atteggiamenti disfunzionali più conosciuti. Ti guiderò, passo dopo passo, a evitare che questi influiscano negativamente sulla qualità della tua vita.

Vediamoli nel dettaglio:

1. Tentare di soddisfare le aspettative di tutti.

Come recita il famoso detto, “Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace”.

Fin dalla più tenera età scegliamo ciò che più ci piace e non ci piace. Ad esempio, preferiamo mangiare una pietanza a discapito di un’altra, optiamo di indossare un capo d’abbigliamento di un colore piuttosto che di un altro. Infine, scegliamo chi desideriamo resti al nostro fianco per tutta la nostra vita.

In questo immenso, quanto molteplice, mondo scegliamo costantemente ciò che più ci aggrada e ciò che maggiormente ci attrae. Scegliamo quello che sentiamo sia meglio per noi e meglio risuona con il nostro essere, la nostra anima.

Siamo tutti differenti, ognuno con le proprie caratteristiche e peculiarità ben definite. In certe circostanze, però, può capitare che, per non sembrare maleducati e scortesi, decidiamo di andare contro il nostro modo di vivere. Lo facciamo solo per non fare un torto agli altri, ma farlo per riuscire a piacere sempre a tutti è pressoché impossibile. Questo perché per cercare di soddisfare le aspettative altrui non facciamo altro che allontanarci dal nostro modo di vivere la vita portandoci a fingere. Di conseguenza attuiamo comportamenti che non ci appartengono, discostandoci da Noi stessi e dalle Nostre di aspettative.

È importante, invece, Essere noi stessi sempre e con chiunque, senza vivere con il timore di perdere le persone vicine a noi. Chi ci conosce e ci vuole bene veramente ci capirà senza alcun dubbio.

2. Temere il cambiamento.

In molti temono il cambiamento. Hanno paura di quello che può succedere perché non lo conoscono. Questa paura è attivata dal bisogno di sicurezza e controllo insito nella nostra mente. Questa bisogno ci porta quasi alla paralisi, per evitare di farci uscire (e quindi di mutare) dalla nostra zona di comfort.

La zona di comfort è quel luogo o quello stato mentale in cui ci sentiamo, apparentemente, comodi e sicuri. È sempre legato a quel senso di sicurezza e agio mentale che a volte non è sinonimo di benessere.

Può capitare di renderci conto che qualcosa nella nostra vita non va, ma preferiamo evitare il rischio e tenerci ciò che non va, scomodo ma familiare, piuttosto che affrontare l’ignoto.

ZEROSCUSEPer riuscire a cambiare, a patto che lo si desideri davvero, bisogna iniziare a cambiare la percezione di quello che c’è al di fuori della nostra zona protetta.

Vedere, innanzitutto, i possibili ostacoli come delle nuove opportunità di crescita che aspettano solamente di essere colte. Il passo successivo è quello di riuscire ad ampliare la propria zona di comfort e di agire. L’azione deve diventare parte integrante della vostra vita. Agite, un po’, come facevano gli antichi romani, ovvero come se steste conquistando nuove terre inesplorate.

Nuovi atteggiamenti e nuovi comportamenti diverranno lentamente, ma inesorabilmente, le nostre nuove abitudini di vita. Abitudini alle quali difficilmente rinunceremo.

A volte, non è necessario fare un grande cambiamento, basta riuscire a modificare quei piccoli dettagli che, però, fanno la differenza. L’importante è esserne coscienti, coltivare la forza necessaria per andare avanti e cominciare a essere coraggiosi.

Siamo i soli responsabili della nostra felicità. Spetta solo a noi la decisione di essere felici o meno.

3. Vivere nel passato.

C’è solo un tempo nel quale bisogna vivere ed è il presente.

Concentrarsi sul passato non farà altro che distaccarci da quella che è la realtà che stiamo vivendo.

Rimuginare su una decisione presa tempo addietro, pensando che sia ancora oggi la causa di un malessere attuale, può risultare pressoché deleterio per la nostra mente.

Non siamo prigionieri delle nostre scelte passate. Non bisogna pensarle come una sentenza definitiva. Piuttosto cerchiamo di trasformarle in lezioni di vita dalle quali imparare per far sì che non accada di nuovo quello che non desideriamo.

Così come scritto sopra per il cambiamento, bisogna avere il coraggio di lasciar andare ciò che è stato e concentrateci su cosa possiamo fare oggi, qui e ora.

4. Parlare male a te stesso.

Come reagiremmo se qualcuno a noi molto caro ci parlasse in modo sgarbato, inopportuno e violento senza motivo?

Quasi sicuramente arriveremo a non provare alcun sentimento benevolo nei suoi confronti, allontanandolo sempre di più, fino a scordarci quasi del tutto di lui. Questo è, verosimilmente, quello che accade al nostro inconscio quando ci rivolgiamo a noi in maniera del tutto disfunzionale.

Pensare, e quindi parlarsi interiormente, ponendo a noi stessi alcune frasi del tipo “sono un disastro”, “non ce la posso fare” e “sono un fallimento” non farà altro che diminuire l’amore che proviamo per Noi stessi.

Di contro, accresciamo il disprezzo per qualsiasi cosa facciamo nella nostra vita, anche la più piccola.

Il modo in cui ci parliamo impatta in maniera determinante nella riuscita delle nostre azioni. Ad esempio, ripetere continuamente dentro di sè di essere incapaci di riuscire a svolgere un determinato lavoro, non farà altro che avvalorare quanto detto. Ciò accade proprio perché il nostro cervello, che ha il compito di preservare la nostra vita, altro non fa che confermare quello in cui fortemente pensiamo di credere.

Risulta, quindi, di fondamentale importanza iniziare, fin da subito, a cambiare il modo in cui ci rivolgiamo a noi stessi.

Trasformare i pensieri disfunzionali in pensieri funzionali. Invece di ripetere “sono un disastro” proviamo con “sono umano”, al posto di “non ce la posso fare” ripetere “nulla è impossibile”. Ed infine trasformate il “sono un fallimento” in “sto imparando”.

Se lo facciamo in maniera costante torneremo a congiungerci con il nostro inconscio, e di conseguenza ci accorgeremo che lentamente quel sentimento d’amore che era quasi del tutto andato perduto tornerà a farsi vivo più forte che mai.

Spero che grazie a questi consigli riconoscerete e eviterete di cadere nelle banali quanto subdole insidie di questi auto-sabotaggi mentali.

Il nostro benessere passa anche per il modo in cui noi ci comportiamo. Migliorando i propri atteggiamenti e comportamenti in relazione alle difficoltà della vita chiunque di noi può tornare a star bene ed essere felice.

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