Benessere in ufficio con il Feng Shui

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donna

In che modo lo spazio di lavoro può condizionare la produttività, le relazioni e il benessere psico-fisico-emotivo di chi lavora?

Quali elementi concreti dello spazio concorrono, spesso in modo inconsapevole al rendimento e all’impegno del lavoratore, abbassandolo o migliorandolo?

Con quali modalità è possibile intervenire nell’ambiente di lavoro per supportare il lavoro dei singoli, del coordinatore o di un gruppo, in base alle diverse funzioni svolte?

La risposta a queste domande la troviamo nella Disciplina del Feng Shui e dell’Architettura del benessere che definisce il rapporto tra la qualità dello spazio e la qualità della salute, in ambito lavorativo.

Cos’è il Feng Shui

Il Feng Shui è la parte della Medicina Tradizionale Cinese che favorisce e sostiene il benessere e la longevità della persona agendo sulla qualità ambientale (esterna ed interna) dello spazio in cui essa vive e lavora, applicando le stesse Teorie che l’Agopuntura applica al Corpo.

Il suo obiettivo è ripristinare il generale stato di forma psico-fisica-emotiva, riducendo il sistema dello stress e rafforzando il sistema immunitario della persona attraverso il miglioramento della qualità dell’ambiente di casa o di lavoro, in quanto il corpo risponde con una reazione biochimica interna (attivata dall’apparato nervoso, endocrino e immunologico) agli elementi concreti e tangibili presenti nello spazio in cui si muove.

Già 5000 anni fa, il Feng Shui aveva compreso che gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno ed interno (che concorrono all’Architettura di uno spazio) impattano significativamente sulla qualità della salute. L’ambiente dialoga con le parti del corpo che oggi sono oggetto di grande attenzione da parte delle Neuroscienze. Queste hanno aperto nuovi paradigmi nei percorsi di prevenzione e cura della persona: l’Epigenetica e il Sistema PNEI (la rete Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia).

Ti è mai capitato di entrare e interagire in un posto nuovo, o vivere da lungo tempo in uno spazio disarmonico, e sentire “a pelle” che qualcosa non va? Che non ti senti subito a tuo agio?

I recettori dei tuoi cinque sensi (che si trovano nella tua parte frontale) si “mettono al lavoro” e captano gli stimoli inviati dai fattori ambientali presenti. in genere, questi si trovano combinati tra loro. Il sistema sensoriale invia i dati percettivi raccolti al sistema limbico che prepara il corpo a restituirti una risposta corporea – sensoriale.

Questa reazione è di distensione ( ti senti a tuo agio, al sicuro, con il controllo della situazione, più disponibile al dialogo e all’ascolto) o di contrazione (il tuo inconscio sta in allerta, sul chi va là, pronto a farti scappare o a combattere in quanto percepisce un’ostilità che minaccia la tua “sopravvivenza”)

Questa condizione di vigilanza (di stress) coinvolge i tre più importanti apparati biologici: endocrino (si attiva la produzione di cortisolo e adrenalina da parte delle ghiandole surrenali), nervoso (gli impulsi nervosi ti rendono attento e vigile sul da farsi) e l’apparato immunitario (i tuoi “soldatini” si schierano per garantirti l’esistenza).

Gli elementi ambientali, concreti e tangibili, che scatenano questa percezione sono detti “analogici”. Li vedi tutti i giorni, eppure ne hai un’interazione spesso inconsapevole. Eccoli:

  • i colori (alle pareti, nell’arredo, nei complementi ecc.);
  • luce e livelli di illuminazione scelta per le stanze (generale, da lavoro o di atmosfera, a sospensione, a soffitto, a terra ecc.);
  • tipo di arredamento e mobilia (lo stile dell’arredo)
  • la tipologia di finiture e materiali scelti per il rivestimento, pavimento, arredo ecc.;
  • forme presenti o da inserire (es. forme rotonde, quadrate, spigolose, triangolari, allungate giusto per fare qualche esempio);
  • scelta di immagini, di idee decor e dei complementi;
  • la qualità della temperatura;
  • la presenza di odori e di rumori particolari;
  • l’ordine (o troppo ordine che rasenta la perfezione), il disordine, gli accumuli, ecc.;
  • il modo in cui il corpo si muove tra le stanze, gli uffici, seguendo i percorsi progettati a livello planimetrico (corridoi, disimpegni, scale ecc.);
  • la facilità e fluidità di passare da una stanza all’altra;
  • il corretto posizionamento delle aree pubbliche e private e delle cosìdette postazioni fisse come fuochi, lavelli, letto, divano in casa e scrivanie in ufficio e altri elementi a seconda della tipologia di attività considerata.

Feng Shui per gli spazi di lavoro

Tutti i fattori sopra descritti, spesso scelti in modo inconsapevole, o per moda e tendenza, incidono a livello lavorativo su diversi ambiti, spesso importantissimi.

Lo spazio suscita stati d’animo e risposte comportamentali sulle persone che vi lavorano. La qualità del luogo di lavoro, pertanto, diventa determinante anche per il raggiungimento di particolari obiettivi aziendali.

Eccone alcuni:

  • Ottenere un buon risultato da una trattativa importante con un cliente o fornitore.
  • Svolgere al meglio i colloqui per una selezione del personale.
  • Agevolare la concentrazione del personale dedito ad un lavoro di precisione.
  • Facilitare il team che lavora assieme su un progetto strategico.
  • Favorire clienti in una piacevole esperienza di acquisto (per es. nelle sale d’attesa o all’interno di un’attività commerciale o di servizi).
  • Migliorare il clima tra il personale.

Ogni attività lavorativa ha obiettivi specifici, ma quanta attenzione “consapevole” viene posta alla cura dell’ambiente affinché lo spazio supporti al massimo la risposta emotiva e cognitiva delle persone per il raggiungimento di queste finalità?

Oltre ad obiettivi a livelli aziendale, le scelte con cui si progetta o arreda un luogo di lavoro possono condizionare anche aspetti più “sottili e interiori”, eccone alcuni:

  • il rendimento, il benessere e la produttività del singolo lavoratore;
  • l’umore, dunque la qualità delle relazioni che si instaurano nel luogo di lavoro;
  • la capacità del leader di “sentirsi” una guida e di condurre il suo gruppo;
  • la capacità dei collaboratori di riconoscere il ruolo del loro leader;
  • la capacità di guidare un’attività e acquisire nuovi clienti;
  • lo scambio comunicativo con clienti, colleghi, fornitori ecc.;
  • il senso di appartenenza all’azienda.

Qualche esempio pratico

1. Postazione efficace per chi ha il ruolo di Guida. Hai mai visto l’ufficio di un Amministratore Delegato vicino alla porta d’entrata dell’azienda?
Ne dubito. In genere sono uffici posti lontano dall’ingresso principale o ai piani alti, sai perché?

Perché un leader bravo ed efficace nel suo lavoro sa delegare e porre i “filtri” giusti affinché arrivino alla sua scrivania solo le pratiche davvero importanti e strategiche per il buon andamento della gestione dell’attività.

Un leader che, invece, tende a voler esser un accentratore sceglierà, spontaneamente, una postazione di comando vicino all’ingresso, in modo da avere sotto controllo tutto quello che succede. Questo comporta però un dispendio di energia notevole, spesso anche per piccole questioni, non significative per il core business aziendale, distogliendo l’attenzione da quelle importanti a cui un leader efficace deve dedicarsi.

2. Rafforzare il rapporto con clienti, fornitori e dipendenti. Lo spazio dedicato ai colloqui con tutti coloro che sono portatori d’interesse verso l’attività devono assolvere due funzioni. Da un lato chi conduce l’incontro deve sentirsi sicuro e fiducioso, per cui è bene che scelga una seduta che abbia un muro alle spalle e che possa controllare l’intera stanza. Dall’altro chi partecipa all’incontro deve evitare di avere alle spalle porte aperte, vetrate e in generale senso di movimento che suscita una risposta di allerta, che impedisce di lasciarsi andare e dunque di tirar fuori il meglio di sé. Evitare anche il c.d. effetto commissione”, che non mette a proprio agio e crea un senso di prestazione e giudizio.

3. Rafforzare il senso di identità e di appartenenza all’azienda. All’interno di particolari uffici è bene rafforzare il riferimento all’identità dell’attività, inserendo logo, immagini, foto o scritte che aiutano a coinvolgere di più dipendenti, operatori e tutti coloro che interagiscono con l’azienda, rafforzando il senso di unità e di spirito comune.

4. L’uso consapevole dei colori per un buon clima di lavoro. I colori sono un tema molto vasto e la loro influenza sulla qualità della vita è, ad oggi, innegabile, dato che la cromoterapia è ormai avvallata anche dalla scienza accademica.

Scegliere i colori giusti è fondamentale in relazione all’obiettivo che bisogna raggiungere e ci sono tantissimi fattori che intervengono a riguardo. Lo stimolo cromatico condiziona anche la qualità delle relazioni. Per esempio una stanza molto rossa tenderà a “scaldare” fin troppo gli animi che diventeranno più nervosi e irritabili, dal momento che il nostro istinto collega il rosso al pericolo. Mentre piccoli dettagli di rosso inducono all’azione in modo positivo.

Va evitato anche soluzioni con il “Total White”” che rimanda l’idea ad uno spazio rigido, controllato e freddo, quasi senza vita, per cui il corpo tende a irrigidirsi e diventa più difficile aprire un dialogo e un ascolto sereno.

Il verde invece, color riequilibrante per eccellenza, può essere inserito negli spazi in cui si lavora in team, perché favorisce la collaborazione senza competizione, in quanto rimanda il nostro sistema rettile ad una condizione di natura in cui c’è abbondanza per tutti.

Conclusioni

Il Feng Shui applicato nei luoghi di lavoro attivando una risposta emotiva e comportamentale nelle persone che vi interagiscono, permette ad ogni attività di raggiungere obiettivi e prestazioni e ottenere dalle persone il meglio di loro, non per magia, ma perché conosce in che modo dialogano gli elementi ambientali e la risposta biochimica del sistema mente-corpo.

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