Mal di schiena? 10 passi per prevenirlo

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immagine dello scheletro

Alzi la mano chi non ha mai sofferto di un qualunque dolore articolare.

Abbi buona cura del tuo corpo, è l’unico posto in cui devi vivere” (Jim Rohn)

Secondo una ricerca l’82% della popolazione europea soffriva, o aveva sofferto, almeno una volta nella vita di mal di schiena. La ricerca è stata svolta a fine Novecento da Alf Louis Nachemson, chirurgo ortopedico svedese di fama mondiale.

donna alla scrivania con mal di schiena

A livello mondiale il dato non migliora. Se, tra i dolori articolari più diffusi, prendiamo in considerazione il mal di schiena la percentuale si avvicina al 100%; una vera e propria pandemia.

Non vi è patologia più diffusa.

Da quando ho iniziato i miei studi relativi all’apparato locomotore e non solo, mi ha colpito più di ogni altra cosa il significato della legge di causa-effetto: ad ogni causa corrisponde un effetto, ogni azione genera un risultato.

I dolori articolari non fanno eccezione a questa legge naturale.

A tutt’oggi, sfortunatamente, la medicina allopatica studia la patologia in tutte le sue forme da un punto di vista sintomatologico. Questo è il motivo per cui, anche per i dolori articolari, vengono date soluzione solo temporanee. Analgesici e operazioni chirurgiche tamponano il sintomo regalando a chi ne soffre un momentaneo sollievo. Terminato l’effetto del farmaco, il dolore torna a “bussare alla porta”, così come la possibilità di recidive dopo un’operazione, nell’arco di tempo non superiore ai tre anni. Questa strategia altro non fa che mantenere “vivo” il dolore nel corso degli anni.

Perché accontentarsi di sopravvivere anziché ricercare una soluzione definitiva?

La riposta a questa domanda è molto articolata.

Da una parte le persone sono sempre più condizionate dalla mancanza di tempo per cui ricercano soluzioni rapide seppur momentanee. D’altra parte non siamo stati educati a prenderci cura in modo responsabile della nostra salute.

Non nasciamo con un libretto delle istruzioni del corpo umano e, tanto meno, esistono istituzioni scolastiche che educano sin da bambini a riconoscere i messaggi che il corpo ci invia. Di fronte a un dolore, non frutto di un trauma diretto, si tende a formulare pensieri del tipo “così com’è arrivato prima o poi il dolore se ne andrà” oppure, “per l’età che ho tutto sommato è normale soffrire di qualcosa”. Si arriva ad assumere atteggiamenti di strenua resistenza senza cercare di capire perché si soffre e affidandosi al magico potere dei farmaci, o al destino.

Purtroppo questi modi di affrontare i dolori, non fanno altro che indurre il corpo a trovare soluzioni personali che spesso ci ingannano facendoci credere che il dolore sia veramente risolto. Alludo alla capacità del corpo di cercare e trovare adattamenti antalgici, tecnicamente detti compensi.

Per fare un esempio chiarificatore. È possibile che a fronte di un mal di schiena si tenda a sollevare millimetricamente la spalla o a ruotare in fuori un piede e che ciò riesca a “nascondere” il sintomo illudendoci che sia guarito. Questa strategia non fa altro che innescare una serie di altri dolori, figli dei precedenti, che portano pian piano ad alterazioni posturali non facili da gestire se non si ha una visione globale e olistica della salute.

donna seduta sul letto con il mal di schiena

Quale strategia e azione fare per risolvere i dolori articolari?

Per prima cosa è importante vivere il dolore non come un disagio ma imparare ad accoglierlo per ricercarne il significato che veicola. I sintomi dolorosi spesso sono frutto dello stile di vita che conduciamo. Per questo motivo mettersi in discussione e affrontare senza timore i necessari cambiamenti che possano riportare verso la risoluzione del sintomo, rappresenta una sorta di “crescita personale”.

Questo richiede un’elasticità mentale che supporta il ripristino dell’elasticità muscolare che conduce alla risoluzione dei dolori. I dolori articolari, infatti, quando non sono frutto di un trauma diretto, sono la logica conseguenza della perdita di elasticità muscolare. Tale perdita è dovuta a svariati fattori che producono uno stato di permanente tensione del sistema nervoso e, di conseguenza, rigidità dei muscoli tecnicamente definita contrazione muscolare involontaria.

Quando non si riesce ad affrontare la situazione in autonomia è bene affidarsi a professionisti. Grazie a un’attenta e approfondita raccolta dati di tutto il vissuto della persona (traumi fisici ed emotivi, abitudini professionali, abitudini alimentari, vita sociale: in tre parole, lo “stile di vita” tutto) sono in grado di dare il giusto aiuto e i giusti suggerimenti da farsi in autonomia per collaborare al ripristino del naturale benessere.

Una volta messe assieme le tessere del puzzle è fondamentale creare un piano di azione ben formato. Questo piano deve includere il risultato che si vuole ottenere, la strategia da adottare, le risorse necessarie per perseguirlo e la suddivisione in step da fare per percorrere la strada verso il benessere naturale e duraturo.

Una volta raggiunto il traguardo è poi importante mantenere le buone abitudini apprese per esercitare una vera prevenzione e mantenersi a lungo in salute. Esattamente come quando ci si lava i denti. È forse vero che non ci si lava i denti più volte al giorno e che ci ricordiamo sempre di farlo? Se ti proponessi di non lavarteli per un mese, accetteresti la mia proposta?

Immagino proprio di no!

Il motivo è perché sai che si carierebbero, quindi da bravo, come ti è stato insegnato da bambino, ti lavi in automatico i denti dopo ogni pasto.

Come mai così tanta cura per i denti e così poca attenzione per le articolazioni?

Semplicemente perché non ci hanno educato a prendercene cura. O meglio, non ci hanno insegnato qual è la logica fisico meccanica che conduce all’insorgenza dei dolori articolari e così si viaggia a fari spenti.

uomo che fa stretching

Ecco 10 passi necessari di prevenzione o per ritrovare la via del benessere muscolo articolare:

  • in presenza di un sintomo doloroso, ascoltarlo e agire prima che il corpo inneschi gli adattamenti di cui è capace per difendersi in autonomia dal dolore
  • pensare in termini di soluzioni e non di problemi
  • dare significato al dolore non di disagio ma di opportunità per crescere
  • affidarsi a professionisti in grado di osservare globalmente e olisticamente la salute
  • apertura mentale ad affrontare cambiamenti dello stile di vita, per quegli aspetti che possono aver concorso a produrli attraverso l’attivazione di stati di tensione del sistema nervoso
  • dedicarsi quotidianamente a fare esercizi di stretching capaci di mantenere elastica la muscolatura per evitare la compressione articolare (fattore che produce i dolori)
  • evitare la sedentarietà
  • mantenersi correttamente idratati
  • seguire un regime alimentare consono
  • una volta risolti i dolori continuare nelle buone abitudini per fare vera prevenzione

Ricorda: la salute è un diritto e, prima ancora, è una responsabilità personale che va esercitata; prendersi cura di se stessi con amore è la vera via da percorrere.

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