Pilota automatico: limiti e vantaggi degli automatismi di ogni giorno

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pilota che mi fa volare in alto

Ti capita mai di entrare in una stanza per fare qualcosa e dimenticarlo subito dopo? Oppure, hai presente quando stai parlando con qualcuno e chiedi “a che ora arriva il tuo amico?” e ti senti rispondere: “ma se te l’ho appena detto! Dov’eri con la testa?” Oppure ancora, quando fai un viaggio di 100 km e improvvisamente ti accorgi che sei arrivato e non hai visto niente, ma proprio niente durante il tragitto: nessun panorama, nessun particolare, nulla che tu ti riesca di ricordare. Eppure sei lì. Ma com’è che ci sei arrivato?

Come sono arrivato fin qui?

Chi ha guidato fin lì?

Il pilota automatico? Sì, il pilota automatico, che non è una nuova tecnologia arrivata da Cupertino, ma un nostro modo di funzionare che utilizziamo spesso, soprattutto quando facciamo azioni di routine.

Queste sono esperienze molto comuni.

La maggior parte dei comportamenti avvengono infatti in modalità “pilota automatico”. Questi sono gestiti da quella potente parte della mente che controlla gran parte di ciò che pensi, dici e fai.

Quando poi si parla di pensieri ed emozioni l’automatismo raggiunge quasi il 95%.

Limiti e vantaggi degli automatismi quotidiani.

Questo modo di agire e pensare in modalità automatica presenta alcuni indubbi vantaggi. Ad esempio, permette di risparmiare energia mentale, senza dover ragionare su decine di sfumature ogni ora. Purtroppo, però, presenta anche delle conseguenze spiacevoli. Molto spesso i risultati di questi comportamenti automatici non sono positivi.

Pensa, ad esempio, all’abitudine di procrastinare o al seguire senza rendertene conto i flussi dei pensieri negativi, sprovvisto di freni.

Pensa a quanto sarebbe bello se la mente, in modo automatico, generasse comportamenti e pensieri capaci di renderti più felice e realizzare con maggiore facilità i tuoi obiettivi.

Come acquisire consapevolezza sul proprio pilota automatico.

Nel frattempo, volevo condividere un piccolo trucco per iniziare ad assumere maggiore consapevolezza sui propri automatismi. Il trucco consiste nel chiedersi, di tanto in tanto:

“Quali pensieri sto avendo in questo momento? Qual è il loro impatto su ciò che dico e faccio?”

È molto importante riconnettere mente e corpo. Tutti sappiamo cosa vuol dire agire in maniera automatica, cosa che può anche tornare utile: per esempio, se devi metter su la lavatrice e preparare la cena in fretta senza pensarci, o la mattina per andare al lavoro facendo sempre la stessa strada come di default.

Spesso “vai in automatico” quando quello che stai facendo è banale, scontato, quando lo conosci a memoria, e allora ecco cosa succede: stacchi la mente dal corpo.

La mente se ne va a fare una corsetta per i fatti suoi e il tuo corpo “tac” non esiste più, non vede, non sente, non c’è. Non sei presente. Eh, certo, prima o poi te ne rendi conto, ma di solito succede a cosa fatta.

Meditazioni Quantike di 28 giorni

Quando non trovi le chiavi di casa o quelle della macchina, quando ti chiedono cosa hai mangiato a pranzo e non ne hai la minima idea, quando arrivi in ufficio e i preziosi documenti che dovevi consegnare sono rimasti a casa. Quando sali sulla bilancia e ci sono 5 kg in più del previsto.  Mente e corpo sono disconnessi.

Sembra quasi un paradosso: in un periodo in cui siamo iperconnessi con l’esterno, manca la connessione con l’interno.

Connessi con l'esterno, ma disconnessi con noi stessi! piloti di noi stessi

E purtroppo, agire “di default” può avere un prezzo molto alto. Viaggiare col pilota automatico genera spesso un senso di malessere sordo, un disagio, un’insoddisfazione di fondo che magari facciamo fatica ad articolare, ma che è responsabile di molto stress, disturbi dell’umore e del sonno, nervosismo, ansia. È qualcosa che spesso ci rende confusi e a fine giornata contribuisce a farci avere la sensazione di aver girato a vuoto e non aver concluso niente, ed è sorprendente scoprire quanto tempo all’interno di una giornata passiamo in modalità “pilota automatico”.

Perché parlo di pilota automatico?

Perché tutto questo ha molto a che vedere con l’organizzazione intesa non solo come produttività ed efficienza, ma anche come benessere. Sapersi organizzare non vuol dire saper fare di più in meno tempo, ma fare la cosa giusta al momento giusto, nel modo giusto.

vuol dire prima di tutto essere svegli, essere presenti e consapevoli delle nostre sensazioni, vuol dire fare amicizia col nostro corpo e imparare a essere connessi.

Io, la mia casa, il mio ufficio, la natura, le persone che frequento, il modo in cui entro in relazione con loro.

Torna a essere tu il pilota della tua vita!

Torna ad essere il pilota della tua vita!Il gusto di essere organizzati è anche questo e passa dall’avere consapevolezza di cosa ti piace, cosa ti è utile, quali sono i tuoi obiettivi, quali le tue pesantezze e quali invece le leggerezze che si possono lasciare andare.

Quindi, ogni volta che porti l’attenzione nel momento presente puoi diventare consapevole del pilota automatico, dei suoi effetti e tornare ad essere tu il pilota della tua vita.

Non perdere mai di vista il tuo corpo e prendi l’abitudine, soprattutto quando avverti una scissione interna, di fermarti per un attimo e porti domande che ti possono aiutare a ricongiungere i due segmenti complementari:

“Cosa sto facendo in questo momento?”

“Qual è il mio scopo?”

“Sto forse dimenticando qualcosa di importante?”

“Da dove sono partito?”

“A cosa devo porre attenzione?”

“Dove devo arrivare?”

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