La gestione dei figli ti mette in crisi? guadagnati la leadership.

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il lato positivo della crisi: il cambiamento

Siete genitori e avete più di un bambino? Quante volte vi capita di dover intervenire per sedare lunghissime diatribe, accese discussioni su argomenti di importanza vitale come: il colore del bicchiere, il possesso di un gioco, la precedenza nel passare da una porta?

A me, in quanto mamma di quattro figli accade veramente spesso.

Negli anni ho maturato la convinzione che non sempre chi interviene duramente, ponendosi come giudice del conflitto, poi ottiene veramente il risultato atteso, anzi, a volte si rischia di penalizzare un bambino e di proteggere l’altro, senza volerlo realmente, ma solo per poter porre fine alla discussione.

Partiamo da un presupposto: ogni bambino ha ragione.

bambini che giocano

Perché ogni bambino fa quello che fa per un giusto motivo, per il suo modo di pensare; è mosso sempre da un intento positivo. A volte però, la positività dell’intento non è condivisa dagli altri individui. Spesso si hanno divergenze, proprio perché ognuno tende a perorare la propria causa.

In uno scenario di questo tipo, l’approccio genitoriale che può fare la differenza è quello di chi possiede caratteristiche ben precise, quello di chi è in grado di rimanere sopra le parti accogliendo i bisogni e le richieste di ognuno come legittime, senza favorire nessuno, ma mostrandosi imparziale.

Questa appena fatta è la perfetta descrizione del genitore leader.

top 10 skills

Ma cosa intendiamo più specificatamente?

Il genitore leader è colui che è in grado di ‘guidare’, favorendo la creazione di un sistema al quale le persone desiderano appartenere. Questo significa riuscire a creare nel sistema familiare il senso di appartenenza e la voglia di essere, per quanto riguarda i bambini, una parte di questo. Per essere leader si deve necessariamente possedere quattro caratteristiche di base:

1. l’aver acquisito consapevolezza di sé, del ruolo genitoriale, di quello che tale ruolo richiede e del fatto che l’essere consapevoli implica una visione di insieme delle dinamiche tra figli, specialmente per quello che riguarda la gestione di eventuali conflitti.

2. si deve essere in grado di riconoscere e gestire le proprie emozioni. L’intelligenza emotiva è un cardine ed è ciò che permette di essere genitori “illuminati”, ossia essere in grado di comprendere ciò che un figlio sta provando e di decifrare le ragioni emotive che ci sono dietro. Un genitore che utilizza questa capacità, crescerà figli in grado di vivere le proprie emozioni in maniera funzionale.

3. si deve essere resilienti, cioè in grado di assorbire gli eventi traumatici e critici delle dinamiche familiari senza farsene travolgere. La resilienza appartiene alle persone che hanno un elevato grado di forza mentale, ed è forse l’insegnamento cardine da dare ai nostri figli per quanto riguarda la gestione delle dinamiche conflittuali.

4. la capacità di far succedere le cose azionando leve emotive. Una persona che la possiede riuscirà a creare intorno a sé e ai suoi cari condizioni favorevoli, un terreno adatto alla creazione di contesti positivi all’interno dei quali ogni componente della famiglia possa crescere.

Un esempio: un genitore che stimola i figli attraverso attività pratiche e li sostiene sia se ottengono il risultato sia se non lo ottengono, è un genitore che, attraverso il “fare” il “sentire” e lo “sperimentare”, sta azionando risorse eccellenti, mettendo cioè in connessione azione e emozione. Un bambino che avrà “sperimentato”, sarà un adulto che punterà in altro.

genitori leader

I QUATTRO PUNTI CARDINALI DEL GENITORE LEADER.

Volete mettervi alla prova?

Volete testare se siete dei genitori leader ed eventualmente iniziare a lavorare per esserlo?

Allora valutate in una scala da 1 a 10 quanto siete abili, poiché ogni leader esprime il suo essere tale in quattro differenti direzioni, che sono:

  • Abilità personali, intese come capacità di gestire il proprio stato psico-fisico, quindi la capacità di guidare e prendersi cura di sé stesso. Un genitore in grado di fare ciò è colui che, per esempio, riesce a non portare in famiglia le dinamiche lavorative; o che riconosce le situazioni stressanti e mette in atto dei comportamenti funzionali per superarle e tornare in equilibrio.

Alla luce di ciò analizzatevi e datevi un voto.

  • Abilità relazionali, cioè la capacità di assumere il punto di vista dell’altro, il suo modo di vedere una situazione, il motivo che sta ad esempio dietro ad una lite o ad un capriccio. Questa abilità permette di entrare in connessione profonda con l’altro, in particolare con i bambini, che quando si sentono compresi e accettati cambiano velocemente comportamento. E voi da 1 a 10 quanto capite i vostri bambini?
  • Abilità di pensiero strategico, nel senso di avere un obiettivo ben definito, verso il quale muoversi con precise strategie d’azione. Anche un genitore, se vuole vivere con pienezza il suo ruolo, deve sapere dove sta andando, come vuole essere e le azioni da intraprendere per diventarlo.

Ad esempio cercare di creare un ambiente stimolante e sereno dove far crescere i bambini, e mettere in atto delle azioni per farlo.

Quali obiettivi avete come genitori?

mani intrecciate

Li state perseguendo con costanza con un piano ben preciso oppure vi affidate al caso e vivete “alla giornata”?

  • Abilità di pensiero sistemico, che significa aver chiaro tutto il contesto nel quale state agendo.

La famiglia è un sistema composto da parti (noi, i nostri figli), ognuna delle quali è portatrice di bisogni e di specifiche competenze.

Ogni sistema vale sempre di più della somma delle singole parti e lavorare in maniera sistemica implica perciò avere una veduta più ampia.

Curare le parti del sistema familiare significa dare ad ognuna ciò di cui ha bisogno, riconoscendo le richieste specifiche di ognuna, che non significa correre dietro alle richieste più diverse per fare tutti felici, ma significa prendere atto di tali richieste e integrarle con tutto il sistema familiare, mettendo in connessione le parti tra di loro.

A volte infatti tendiamo a diventare genitori unico-referenti, nel senso che ci prendiamo in spalla tutto senza condividere, affannandoci a dare risposte e sprecando più energie del necessario. Invece, potremmo metterle all’interno del sistema e permettere che vengano soddisfatte dal sistema-famiglia e non da noi.

E voi, riuscite a vedere la famiglia in questa ottica, come una macchina che funziona se ogni pezzo fa la sua parte?

Essere genitori è una sfida. Essere genitori leader è accettare la sfida.

Vivere appieno il ruolo e ciò che esso comporta, significa diventare genitori con competenze superiori, in grado di armonizzare e valorizzare ogni figlio come ingranaggio unico e insostituibile di questa grande macchina.

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